Adolescenti e Social Network: i giovani nella rete

Gabriele Vittorio  > Infanzia e adolescenza, Social Media >  Adolescenti e Social Network: i giovani nella rete
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Cosa fanno gli adolescenti su internet? Come usano i giovani la rete? Quali sono i pericoli in cui possono imbattersi? I giovani e i giovanissimi usano sempre di più i Social Network e si addentrano nei meandri di internet: si può stare tranquilli quando trascorrono del tempo davanti al pc o con lo smartphone?
Questo post è dedicato ai giovani e giovanissimi, ma soprattutto a chi gli sta intorno: genitori e familiari, che spesso non sanno bene come approcciarsi ad alcune caratteristiche ed esperienze dei loro ragazzi e non conoscono i confini di alcuni dei più gettonati modi di dire e di pensare che girano intorno alla vita degli adolescenti in rete. Come possono fare i genitori a gestire le ansie derivanti dai dubbi che hanno sui propri figli?
Come altri articoli sui luoghi comuni, tratterò quelli che vedono protagonisti gli adolescenti e i giovani, sfatandone alcuni e motivandone altri.
Oggigiorno i discorsi cadono spesso sul mondo dei giovani, si sente spesso dire che i tempi sono cambiati, i ragazzi di oggi non sono più come quelli di un tempo, noi eravamo diversi e non avevamo tutti questi strumenti, loro oggi hanno/fanno cose che noi ci sognavamo soltanto…, eccetera. Chi non ha mai sentito dire (o ha personalmente pronunciato) una di queste frasi?
Analizziamone alcune:

I giovani di oggi sanno fare tutto senza aiuto.

Non è propriamente esatto. E’ vero che oggi i nostri giovani imparano a destreggiarsi nel mondo ed apprendono le migliori strategie per muoversi, agire e reagire, ma questo non significa che abbiano raggiunto la piena autonomia e che non abbiano bisogno di essere affiancati o accompagnati. Anzi, il vederli così attivi e reattivi spesso può essere ingannevole: oggi come ieri i giovani hanno bisogno di essere guidati e protetti, a maggior ragione se il mondo è così tanto cambiato rispetto a prima. A volte l’estrema reattività e l’estrema intraprendenza di un giovane può essere scambiata per un saper stare al mondo, mentre invece nasconde l’enorme bisogno di essere affiancato.

Si relazionano con tutti senza timidezza.

Oggi essere timidi è visto come un deficit, una debolezza del carattere. Un ragazzo che si ritrae un po’ davanti a gente che non conosce è visto come un ragazzo problematico che deve essere spronato ad aprirsi, mentre invece un ragazzo che entra subito in gran confidenza con tutti è visto come un tipo spigliato e socievole. La verità è che un po’ di timidezza, specie quella iniziale durante i rapporti umani, è altamente sana: serve a guardarsi intorno, a scrutare chi si ha davanti e pensare a come muoversi. Entrare subito in confidenza con tutti indistintamente, può apparire una dote relazionale di spicco, ma spesso può anche nascondere l’enorme paura dell’altro, o una percezione distorta del valore dei rapporti.
Ed è interessante notare come spesso l’essere troppo spigliati sconfina nella maleducazione e sfrontatezza eccessiva che il giovane mostra nei confronti dei coetanei e degli adulti e non è raro che questa caratteristica venga scambiata dalla società come un saper stare al mondo, saperci fare, mentre invece sottende un’aggressività poco produttiva.
Adolescenti pericoli di internet

Sono creativi: con pc e smartphone sanno fare cose incredibili.

Non sempre corrisponde a realtà. Se è vero che i giovani sono in grado di usare gli strumenti più disparati tra computer, smartphone, tablet, è anche vero che non sempre li utilizzano per creare qualcosa, per essere produttivi e per apprendere in modo funzionale. Molto spesso sono spettatori passivi di ciò che accade in rete: seguono i trend, gli idoli, le loro passioni (che si tratti di musica, sport, gaming, altro) senza però agirle mai, si limitano il più delle volte a viverle indirettamente, solo da dietro uno schermo. Ed intorno a queste figure basano gran parte della loro esistenza, chiudendosi al resto del mondo e uniformandosi ai propri miti, annullando la propria personalità.

Non hanno più vita sociale.

I giovani oggi sono molto presi da internet, dal mondo della rete in generale, universo pieno di risorse, che offre attività di ogni tipo: gruppi, chat, applicazioni, giochi, forum, tutto il necessario per poter trascorrere gran parte del tempo connessi. E’ per questo che è diffusa l’idea che la loro vita sociale sia molto ridotta.
Questa è una verità solo a metà: se da un lato è vero che i ragazzi, sempre più presi da internet e dai dispositivi, rischiano di trascurare ciò che c’è fuori dalla rete, dall’altro è vero anche che internet è fatto da persone, con cui si instaurano dei rapporti che, seppur siano diversi da quelli “reali”, hanno un loro significato ed una loro ragione d’essere. E’ frequente, infatti, che i giovani instaurino relazioni amicali basate su passioni in comune (come, ad esempio, seguire lo stesso idolo) che, seppur limitate al campo dei social network, hanno una loro valenza sociale, relazionale ed emotiva, anche tenendo in considerazione le fasi dello sviluppo che un ragazzo attraversa.

I rapporti in rete favoriscono l’adescamento.

Una delle grandi paure, specialmente da parte dei genitori, è quella che i ragazzi che frequentano assiduamente internet possano imbattersi in persone poco raccomandabili. La rete è piena di risorse, ma anche piena di pericoli: non si può sapere chi si nasconde dietro un account ed un nickname, e quali siano le sue intenzioni. E’ anche vero, comunque, che i ragazzi di oggi sono molto più diffidenti di prima nei confronti dei rapporti online, così come anche dei rapporti face to face.
Ovviamente -purtroppo- non è sempre così, bisogna sempre prestare attenzione a ciò che accade nel mondo dei giovani e saperli guidare, ma loro non cascano più tanto facilmente nelle trappole che i malintenzionati disseminano online, sono più scaltri dei giovani di qualche tempo fa, sono più informati e prevenuti. La loro diffidenza li aiuta a non fidarsi di chiunque incontrino, sia online che nella vita quotidiana.

Ogni credenza, quindi, va indagata a seconda del caso singolo che si ha davanti. Non bisogna farsi prendere troppo la mano dai preconcetti, ma allo stesso tempo è bene restare vigili sulla condotta dei giovani e dei giovanissimi e preferire sempre e comunque la vicinanza e la comunicazione.

 

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