Psicologia e politica: le emozioni influenzano il voto

Gabriele Vittorio  > Neuroscienze, Social Media >  Psicologia e politica: le emozioni influenzano il voto
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Politica ed emozioni

Quando si tratta di politica, di scegliere un partito anziché un altro e dare il proprio voto ai candidati preferiti, tutti motivano le loro preferenze facendo riferimento a scelte razionali.
La scienza, però, dice che non è così. La politica ha molte implicazioni emotive. Psicologia e politica sono strettamente connesse.

Cosa sono le emozioni e come si legano alla politica?

Le emozioni sono degli stati complessi che consistono nell’attivazione fisica e psichica in relazione a determinati eventi. Esse influenzano il pensiero ed i comportamenti. Le emozioni sono sempre state al centro dei più grandi interrogativi dell’uomo, sin dalla notte dei tempi.
Nella politica, però, le emozioni non sono mai state ben accette.
Già i filosofi dell’antica Grecia pensavano che le emozioni interferissero sul comportamento umano, riducendo al minimo la ragione. Anche il giudizio politico, quindi, doveva restare pulito dalle emozioni e non essere minato dai sentimenti.
Era così allora, ed è così adesso.

Psicologia politica: le emozioni influenzano le opinioni politiche

Molti studi sono stati fatti in questo campo: uno di questi ha indagato lo stato emotivo, su una scala soddisfazione/ansia, ed il peso delle emozioni delle persone in relazione al partito politico preferito.
I risultati hanno stabilito che gli elettori ansiosi attribuiscono una maggiore importanza alla policy del partito, mentre quelli soddisfatti attribuiscono più importanza alle caratteristiche fisiche del candidato.
Questo potrebbe voler dire che lo stato emotivo delle persone influenza il modo in cui si informano sulla politica ed orientano le loro scelte.

Politica e psicologia sui social network

In questo momento sociale e politico estremamente delicato che sta vivendo il nostro Paese, sono molte le emozioni in gioco, che si evincono dai vari confronti tra gli elettori.
E i social network la fanno da padrone: ad ogni movimento del politico emergente del momento, milioni di post si susseguono e si alternano in scambi di battute senza fine.
Una delle emozioni prevalenti è la rabbia. Chiunque sia sui social, può confermare.
Se le emozioni condizionano i comportamenti, quelli inerenti le scelte politiche non sono da meno.
Una ricerca in questo ambito, ha indagato come la rabbia possa provocare errori nel comportamento ed ha illustrato come questa emozione può amplificare questi bias.
La rabbia rende più chiusi verso il confronto con idee ed opinioni diverse dalle proprie e porta esclusivamente alla ricerca di ciò che conferma le proprie.
Questa emozione conduce ad un’eccessiva difesa di sé e all’attacco aggressivo dell’altro.

Psicologia e politica: le conseguenze della rabbia

Difendere la propria posizione ed attaccare quella altrui, porta all’idealizzazione di sé e al discredito degli altri, attribuendogli estrema cattiveria. Se si proietta fuori da sé l’aggressività, la si attribuisce alle altre persone.
Secondo la psicoanalisi, è più facile proiettare fuori da sé i sentimenti negativi ed attribuirli agli alti, piuttosto che ricercarli all’interno della propria psiche.
Ad un livello politico, questo atteggiamento psicologico porta ad attribuire tutto il marcio al partito opposto, considerato più immorale e deviato.

Fai attenzione a ciò che provi. Oppure non votare

Proiettare i sentimenti dolorosi al di fuori di se stessi ed arrabbiarsi con gli altri, è una strategia per sopravvivere. E’ naturale farlo e nessuno ne è immune.
Un livello di rabbia troppo alto, però, influenza il comportamento e le decisioni, e in un contesto politico questo può rivelarsi molto pericoloso.
La rabbia è un’emozione, e le persone che provano emozioni forti aprono un varco alla suggestionabilità.
E, si sa, suggestionare gli individui è una delle strategie vincenti in tempo d’elezioni.


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